Descrizione
Partendo dai primi memoriali delle deportate italiane, che videro la luce già all’indomani della Liberazione, passando alle testimonianze e ai romanzi pubblicati a distanza di decenni negli anni della “rottura del silenzio” sul tema, fino all’opera di scrittrici della generazione che è stata definita dei “Figli e figlie dell’Olocausto”, l’autrice indaga i meccanismi di trasmissione della memoria di donne che, in modi diversi, furono coinvolte in quell’evento epocale e decisero di scriverne.
Il filo rosso del volume, che fa propria la posizione di Primo Levi nel considerare anche i memoriali come un genere “letterario”, è la messa a fuoco del valore letterario, oltre che testimoniale, delle opere di autrici quali Liana Millu, Lidia Beccarla Rolfi, Giulia Tedeschi, Edith Bruck, Lia Levi, Giacoma Limentani, Helena Janeczek, con una significativa inserzione della non ebrea Rosetta Loy. Un intero capitolo del volume è dedicato a La Storia di Elsa Morante. Lucamante ripercorre il dibattito critico sul romanzo al tempo della sua pubblicazione, chiarisce i fraintendimenti sulle intenzioni autoriali in merito alla forma e allo stile scelti e soprattutto evidenzia la finora scarsa considerazione dei temi legati all’ebraismo presenti nell’opera morantiana.
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Shoah: vedi alla lettera bambine
(Perdersi a Roma, 27 gennaio 2017)
PRESENTAZIONI E DISCUSSIONI
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